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Consulente finanziario indipendente
Consulente finanziario indipendente

Finanza personale

14 mag 2024

Quando assumere un consulente finanziario indipendente?

Quando si tratta di dover delegare la gestione dei propri soldi, il consulente finanziario indipendente è sicuramente la migliore opzione possibile. Tuttavia, non è un professionista adatto a tutti. In questo articolo ti spiego per filo e per segno quando ha senso assumere un consulente finanziario indipendente.

Cos'è un consulente finanziario indipendente

Il 1° dicembre del 2018 è una data importante per i risparmiatori italiani.

È la data in cui, finalmente, è stato istituito l’Albo pubblico dei consulenti finanziari indipendenti (chiamati CFA - consulenti finanziari autonomi) e delle società di consulenza finanziaria indipendente (chiamate SCF).

Cos’è e cosa fa un consulente finanziario indipendente? 

È molto semplice!

È un professionista, quindi presta un servizio mediante lavoro intellettuale, in cambio di una parcella, un onorario. 

Il servizio che presta è quello di fornire consigli in ambito finanziario: sia di investimento (legati a strumenti e prodotti finanziari specifici) che più generali, sempre legati alla sfera “denaro”. 

Quando pensi al lavoro di un consulente finanziario indipendente, pensa a un avvocato che offre consulenza legale, a un commercialista che offre consulenza fiscale, societaria, contabile, a un architetto che offre consulenza in materia edilizia e delle costruzioni, ecc. 

Ma, se vogliamo estenderla ad altre libere professioni non necessariamente legate alla sfera “affari e professione”, pensa anche ad un biologo nutrizionista, uno psicologo o qualunque medico specialista.

Cosa accomuna queste professioni?

  1. Sono professioni soggette ad abilitazione e vigilanza.

    Tutte richiedono un’abilitazione da parte di un Albo professionale, un Ordine, a seguito del superamento di una prova valutativa.

    E da quello stesso Albo si viene vigilati e monitorati nella propria attività, a tutela dei propri clienti.

    Nel caso dei consulenti finanziari, l’Albo professionale di riferimento si chiama OCF (Organismo Consulenti Finanziari), che dal 2018 ha preso questi poteri (di autorizzazione, di vigilanza e sanzionatori) direttamente dalla CONSOB.

  2. Il modello di business di queste professioni prevede il pagamento di una parcella, e in cambio ottieni un consiglio per migliorare lo status precedente.

    Nel caso del consulente finanziario indipendente, egli offre consigli finanziari imparziali, senza alcun conflitto di interesse.

    Questa è la caratteristica che lo distingue dagli altri consulenti, oggi chiamati consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, ovvero gli ex “promotori finanziari” (si sono chiamati così per 30 anni). 



Ti spiego meglio questo aspetto perché è cruciale e cercherò di essere molto chiaro.

Una consulenza non imparziale, ovvero una consulenza viziata da un incentivo economico sottostante (esempio: si guadagnano dei soldi dai prodotti finanziari consigliati), non è una consulenza.

Ma è altro: una trattativa di vendita, un'intermediazione di un prodotto. 

Se l’unico modo per guadagnare dei soldi da parte del consulente (in questo caso non indipendente), è quello di vendere dei prodotti di un certo tipo, come può essere chiamata consulenza? 

E ancora, se nell’elenco dei prodotti a sua disposizione da vendere, ci sono certi prodotti che pagano 20, e dei prodotti che pagano 200 e altri che pagano 400, secondo te quali prodotti verranno venduti? 

Sono dei conflitti di interessi grandi come una casa e non risolvibili per chi lavora con questo tipo di modello di business.

Quindi, l'assenza di conflitto di interessi è il tratto che caratterizza i consulenti finanziari indipendenti.

Sono professionisti, iscritti ad un Albo, che offrono consulenza imparziale, che di conseguenza dovrebbe essere basata sulle reali necessità, esigenze e finalità del proprio cliente.

Una consulenza costruita su ciò che è meglio per il cliente, e non su ciò che è meglio per il proprio datore di lavoro (una banca) o su ciò che fa guadagnare di più il venditore di prodotti. 

Come trovare un consulente finanziario indipendente (e come scoprire se lo è davvero) 

È molto semplice! 

Ti dicevo che esiste un Albo Pubblico, un ordine professionale in pratica, che puoi controllare in qualunque momento per capire se chi ti sta proponendo degli investimenti è abilitato a poterlo fare e se si tratta di un intermediario di prodotti finanziari, oppure di un professionista indipendente a parcella. 

A questo link, compilando dei semplici campi puoi verificare se il professionista è indipendente o meno.

Quindi, massima attenzione a chi: 

  • si spaccia per consulente indipendente, ma di fatto è semplicemente un agente intermediario di una banca o SIM;

  • non è iscritto ad alcun Albo ed è quindi un abusivo. 

Quanto costa un consulente finanziario indipendente?

Ah, come, non è gratis?

No, come qualunque professionista, e in generale come qualunque lavoratore.

Il consulente finanziario indipendente, come qualunque libero professionista, richiede infatti il pagamento di una parcella per ottenere i propri servizi.

Ed è il modo più trasparente per richiedere un pagamento, e permettere così al cliente di valutare se:

  • se lo può permettere;

  • se il valore offerto supera il prezzo da pagare. 

Nell’ottica del cliente, pagare una parcella chiara e trasparente è infatti il modo migliore per assicurarsi che il professionista faccia i propri interessi.

Il problema, anche in questo caso grande come una casa, è che i clienti che hanno i propri soldi investiti in banca o tramite un promotore finanziario non percepiscono quanto pagano, o non riescono a capirlo.

Guarda un po' i dati qui sotto:

Come viene retribuito il consulente

Quanto costa un consulente finanziario NON indipendente?

Prima di vedere quanto costa un consulente finanziario indipendente, deve essere chiaro a tutti come funziona la procedura di addebito dei costi in banca e tramite il promotore:

  1. tu entri in banca (o vieni contattato da un promotore finanziario);

  2. ti viene proposto di investire, e ti vengono proposti dei prodotti di investimento (fondi comuni, polizze, gestioni patrimoniali);

  3. tu firmi dei contratti e la cifra pattuita viene investita.

Apparentemente, non hai avuto un esborso di denaro in termini di costi.

Nessun bonifico, nessun addebito sul conto corrente, nessuna strisciata di bancomat o carta di credito, no?

Il servizio sembra effettivamente gratis.

In realtà, ti verrà addebitato direttamente sulla cifra che hai deciso di investire, tramite una commissione annua, che solitamente va da un minimo dell’1,50%, magari per degli investimenti obbligazionari, ma può arrivare anche al 4-5% all’anno. 

Questo è come guadagna un promotore finanziario o un impiegato di banca.

Quindi, continuando il percorso di prima:

  • ogni anno, ti viene addebitata la percentuale sulla cifra che hai investito;

  • fai fatica ad accorgertene, perché non viene addebitata di botto il 31 dicembre ma giorno per giorno, e perché l’importo investito varia (al ribasso o al rialzo) per effetto dei mercati;

  • fai fatica a rilevare questa cifra pagata, perché la rendicontazione non è abbastanza chiara, come invece dovrebbe essere.

Ma quanto costa quindi un consulente finanziario indipendente?

Solitamente, anche in base a quanto avviene di solito negli Stati Uniti e nel Regno Unito (dove la consulenza finanziaria indipendente è enormemente più diffusa e apprezzata), la parcella “classica” di un consulente finanziario indipendente è attorno all’1% dell’importo in consulenza.

Ad esempio, un cliente con 2 milioni di euro sotto consulenza, pagherà circa 20.000 € di parcella annua al professionista.

È molto? È poco? E, soprattutto, come si posiziona rispetto alle alternative? 

Rispetto al costo medio di una consulenza non indipendente, ovvero quella erogata da un promotore finanziario o un impiegato di banca, è sicuramente più conveniente.

Esistono quindi 3 vantaggi generici molto netti nel rivolgersi a una società di consulenza finanziaria indipendente:

  • è meno costosa;

  • è più trasparente (sai quanto paghi in anticipo);

  • il consulente è sempre dalla tua parte e fa i tuoi interessi.

Va detto che ogni società di consulenza finanziaria indipendente è libera di stabilire i suoi prezzi autonomamente.

I modelli di prezzo più diffusi sono questi: 

  • In percentuale sull’importo in consulenza: il consulente calcola la parcella applicando una percentuale (solitamente tra lo 0,50% e l’1%, a seconda del patrimonio) sull’importo in consulenza.

  • A tariffa oraria: il consulente stima la quantità di ore necessarie per poter offrire i suoi servizi, e sulla base della sua tariffa oraria verrà calcolata la parcella.

  • A tariffa fissa: il consulente stabilisce una o più tariffe annuali, magari suddivise per tipologie di cliente e di servizio offerto.

Ognuno di questi modelli ha dei contro. 

La percentuale sull’importo in consulenza considera solamente l’aspetto di gestione degli investimenti, mentre la vera consulenza finanziaria deve tenere in considerazione tutta la vita finanziaria di una persona (assicurativa, reddituale, tenore di vita, immobiliare, successoria, aziendale ecc.) 

La vera consulenza si fa agli investitori, non agli investimenti. 

Inoltre, è molto penalizzante per persone molto ricche, poiché ad esempio lo 0,50% su 25 milioni di euro corrispondono a 125.000 € annui. 

Il problema della tariffa oraria è che è difficile stimare in anticipo la quantità di ore necessarie, ed espone quindi il cliente a delle brutte sorprese. 

La tariffa fissa è il modello che preferiamo e utilizziamo in Plannix

Il cliente può infatti conoscere in anticipo quale sarà il costo da sostenere, può confrontarlo con altri servizi, col proprio patrimonio e col proprio reddito o risparmio, e può sapere in anticipo quali servizi sono compresi e quali no. 

Ma serve davvero a tutti un consulente finanziario indipendente al proprio fianco? 

Quando è necessario un consulente finanziario indipendente?

Non sempre è necessario, anche se potresti aver sentito il contrario. 

Chi, per il momento, dispone di capitali e risparmi ancora contenuti, non ha la necessità di un consulente finanziario indipendente, ovvero di un professionista costantemente al suo fianco.

Anche perché, molto semplicemente, nessun vero professionista sarà davvero al tuo fianco per parcelle troppo basse, che renderebbero non profittevole l’attività.

Se ti è stata proposta una consulenza finanziaria indipendente personalizzata per poche centinaia di euro all’anno, forse è meglio che approfondisci con attenzione da parte di chi verrà erogata.

Probabilmente è una figura molto junior, senza alcuna esperienza sul campo, e che è disposto ad abbassare i prezzi pur di prendere i primi clienti.

Che va bene, ma non proprio l’immagine del professionista che vorresti avere al tuo fianco ad occuparsi di un aspetto così importante della tua vita come il tuo patrimonio. 

La mia opinione professionale è molto semplice: sotto i 500.000 € di capitali (meglio ancora 1 milione, sinceramente), un vero servizio di consulenza finanziaria indipendente personalizzata, potrebbe non valere la pena per nessuna delle due parti.

Spiego meglio.

Ipotizziamo i costi con un 1% sul capitale sotto consulenza, classica parcella di un consulente indipendente.

Su 200.000 €, sarebbe una parcella annua di 2.000 €.

Per il professionista, se togli l’IVA, le spese amministrative e di back-office (mi auguro infatti non sia lui a fare questo lavoro), l’utilizzo dei software necessari per svolgere l’attività, il carburante per venirti a trovare, un pranzo offerto… capisci bene che non rimane nulla.

In questo caso o il professionista lavora in perdita (e dopo pochi anni viene spazzato via dal mercato, e tu ti ritrovi senza consulente), oppure è costretto a riempirsi di centinaia di clienti, con conseguente crollo del livello del servizio.

Ma, anche per te risparmiatore, 2.000 € all’anno per un capitale di 200.000 € sarebbero comunque una spesa da tenere in considerazione.

Ricordando però, a onor del vero, che affidando quei 200.000 € alla consulenza bancaria o di un promotore finanziario, pagheresti comunque tra i 4.000 (2%)  e gli 8.000 (4%) all’anno, e senza neppure accorgertene.

Se ci fai caso, in tutto questo, non ho mai parlato di rendimenti, ma solo di costi.

I motivi sono due: 

  • i costi sono certi, mentre i rendimenti no;

  • i costi riducono il tuo rendimento, mica lo aumentano.

Non credere quindi a chi ti dice che a maggiori costi corrispondono maggiori rendimenti, perché è l’esatto contrario. 

I rendimenti ti saranno offerti dai mercati su cui investirai, e dalla tua capacità di mandare avanti la tua strategia di pianificazione e di investimento. 

Mica dalle magie di questo o quel consulente, indipendente o meno che sia. 

Quindi, la mia opinione è che un consulente finanziario sia necessario e consigliato: 

  • per chi dispone di un capitale sopra la media (minimo 500.000 € di capitale finanziario);

  • per chi ha una situazione finanziaria molto articolata e complessa (es: patrimonio aziendale e immobiliare, patrimonio dei genitori in supervisione);

  • per chi deve venire fuori da una situazione precedente insoddisfacente e costosa (esempio: capitale tutto investito in prodotti finanziari spazzatura, e da cui non sa come uscirne)

Il consiglio è quello di considerare in questo caso il consulente finanziario indipendente come un giardiniere: mi sembra evidente che se non hai un giardino, o se hai un piccolo cortile, il giardiniere sia un lusso eccessivo nonché inutile.

E se volessi investire ma la mia situazione finanziaria non rientra tra quelle adatte alla consulenza finanziaria indipendente?

Ora, ritengo che non sia giusto che esista un’enorme fetta di risparmiatori, milioni e milioni di persone, che per assenza di alternative valide sono costrette a:  

  • lasciare tutti i soldi sul conto corrente, perdendo ogni anno migliaia di euro a causa dell'inflazione;

  • investire su prodotti bancari mediocri e indifferenziati, da cui otterranno sempre uno scarso rendimento in virtù dei migliaia di euro di costi nascosti;

  • acquistare titoli e altri strumenti finanziari (azioni, ETF, certificati) mediamente a caso, sulla base di informazioni che hanno letto o ascoltato online, o sulla base di qualche loro convinzione.

Risolvere questo problema a questa grande fetta di popolazione è ciò che ha portato alla costruzione di Plannix, la nostra piattaforma di consulenza finanziaria indipendente, che si rivolge proprio ai risparmiatori privati che hanno a disposizione un capitale di almeno 50.000 €, o una capacità di risparmio mensile (anche familiare), di almeno 800 €.

Grazie a Plannix, potrai finalmente imparare ad accrescere, proteggere e gestire i tuoi soldi in autonomia, ma con al tuo fianco la mia assistenza e quella degli altri consulenti finanziari indipendenti del nostro team.

Se vuoi diventare un investitore autonomo grazie al metodo che ha cambiato la vita a migliaia di risparmiatori, clicca qui per accedere a Plannix.


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